Anche quest’anno ci è stato assegnato da UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati – il logo WE WELCOME per l’impegno dedicato all’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale e per la promozione di una società inclusiva.
Welcome. Working for refugee integration è il progetto con il quale UNHCR Italia favorisce l’integrazione delle persone rifugiate nel mercato del lavoro promuovendo il più ampio coinvolgimento del settore privato in collaborazione con le istituzioni e con le organizzazioni della società civile, rivolgendosi quindi a tutti gli attori del mondo del lavoro. Il progetto è sostenuto dal Ministero del Lavoro, da Confindustria e da Global Compact Network Italia, è giunto quest’anno alla sua quinta edizione.
Siamo felici e orgogliosi di questo riconoscimento, perché WORK IS PROGRESS si dedica da oltre 10 anni all’inclusione lavorativa di persone in condizione di precarietà occupazionale, che spesso noi definiamo fragili, come appunto le persone rifugiate, ma che sono in realtà portatori di una grande forza, oltre che di molteplici competenze, e che costituiscono una grande risorsa per contribuire allo sviluppo del nostro Paese.
Non ci stupisce che, dallo scorso anno a oggi, siano salite da 107 a 167 il totale delle imprese premiate, presenti in 17 regioni nel 2022 (vs 13 nel 2021), con un incremento delle grandi aziende coinvolte (58 vs 35 nella scorsa edizione). Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (9.300 vs 6.000), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10% al 18%. Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 34% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 4% i contratti a tempo indeterminato. Dal punto di vista anagrafico, il 76% delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Il logo Welcome viene assegnato alle aziende che si impegnano per attuare percorsi di inclusione di persone arrivate nel nostro paese a causa di violenze e conflitti, spesso con l’aiuto di organizzazioni della società civile e ONG che, come Soleterre, costituiscono il primo canale di contatto con i rifugiati, e ne supportano l’integrazione, non solo dal punto di vista lavorativo ma anche sociale e culturale. Un’integrazione che, tramite il lavoro, diventa processo bidirezionale, fonte di arricchimento e crescita per le stesse aziende e i colleghi che ne fanno parte.
“Non sempre i tempi del business sono i tempi della fragilità”
Come Work Is Progress sappiamo quanto valore abbiano i percorsi portati avanti dalle aziende e quanto questi possano essere complicati e fuori dai ritmi imposti dal mondo del lavoro. Durante l’evento di premiazione di lunedì 26 giugno all’Auditorium della Tecnica di Roma, questo concetto è stato ben sintetizzato da Sara Carollo, HR manager di Ikea: “Non sempre i tempi del business sono i tempi della fragilità”.
Il nostro lavoro è proprio incentrato sul riconoscere la fragilità e dare risposte che permettano alle persone, da un lato, di portare avanti un percorso di crescita personale e professionale nel nuovo paese e, dall’altro, che garantiscano alle aziende un interlocutore con cui cercare soluzioni a dinamiche complesse. Da qui nascono i percorsi di inclusione pensati con le singole imprese, le formazioni sul tema della gestione delle diversità culturali e della comunicazione interculturale, i webinar di approfondimento legale su tematiche specifiche.
“La scelta di includere persone provenienti da altri paesi va fatta per convinzione e non per convenienza”
Le aziende più inclusive sono aziende più competitive, in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti del mercato, di raggiungere nuovi clienti, di creare maggiore valore aggiunto. La scelta di includere persone provenienti da altri paesi è anche la via maestra per rispondere alla sempre più grave mancanza di manodopera che interessa diversi settori della nostra economia, anche a seguito dell’invecchiamento della popolazione. Ma prima ancora, come detto da Pierangelo Albini – Direttore Area Lavoro Welfare e Capitale Umano di Confindustria durante la cerimonia di premiazione del progetto Welcome, “va fatto per convinzione e non per convenienza”. Perché dare un’opportunità a chi ha dovuto abbandonare tutto per salvarsi la vita non è un’opzione: è un dovere morale.
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