Nel 2022 il Programma di inclusione socio-lavorativa Work Is Progress in Italia ha raggiunto importanti risultati.
Abbiamo raggiunto globalmente 662 persone. Di queste, 375 persone si sono rivolte nel 2022 per la prima volta al Centro Work Is Progress per ricevere informazioni sul programma. 169 hanno partecipato a corsi di formazione professionale e 39 sono state inserite in contesti lavorativi.
Chi sono queste persone?
Più della metà dei nostri utenti è donna, l’età media è poco oltre i 35 anni e circa il 90% delle persone che si sono rivolte a noi è di origine straniera. Nonostante questo, negli ultimi anni abbiamo visto una crescita importante degli utenti italiani e di persone over 50 (alcune anche over 60) che si sono rivolte a noi per un supporto nella sfera lavorativa e non solo.
Queste persone sono accomunate dal fatto di presentare molteplici livelli di fragilità, che riducono in maniera pesantissima le loro opportunità di lavoro e di vita. In alcuni casi, ad una condizione di precarietà economica è andata a sommarsi l’insorgere di una malattia, la conseguente perdita del lavoro, ansia, stress e problemi psicologici. In altri casi difficoltà abitative si accompagnano a problemi familiari, a problemi di documenti, ad una forte emarginazione sociale. Per coloro che arrivano in Italia dopo aver abbandonato il loro paese vi è la scarsa conoscenza della lingua, il mancato riconoscimento delle competenze, la difficoltà a trovare un alloggio adeguato, la difficoltà a investire tempo e risorse nella propria formazione, traumi psicologici. Tutti fattori che più o meno velocemente portano o tengono le persone ai margini del mercato del lavoro.
Questa situazione personale si va a sommare ad una condizione del mercato del lavoro molto particolare. Per le persone che seguiamo il lavoro rischia di essere inaccessibile e irraggiungibile.
Le barriere all’accesso che i nostri utenti devono affrontare sono molteplici. Se da un lato per i cittadini stranieri la mancata conoscenza dell’italiano è un fortissimo limite – anche per chi in patria ha alte e altissime competenze – dall’altro vediamo la scarsa conoscenza e la poca fiducia verso i servizi, che limita ulteriormente le possibilità di accesso. Spesso i nostri utenti non possiedono le competenze di base richieste dal mercato del lavoro (competenze digitali, tecniche) oppure le imprese faticano a riconoscere queste competenze se il percorso professionale è stato fatto all’estero.
Per le persone che abbiamo incontrato, la barriera verso il lavoro è anche di tipo logistico: la patente è un requisito fondamentale per svolgere alcuni lavori e per raggiungere alcuni impianti non serviti dal trasporto pubblico, ma sempre meno persone – sia italiane che straniere – possono permettersi l’investimento di tempo e risorse necessario per ottenerla. Questo preclude tutta una serie di opportunità, anche perché non sono ancora incentivate da parte delle aziende o delle istituzioni pratiche di mobilità condivisa o navette aziendali.
Come conseguenza di queste dinamiche di esclusione, il nostro mercato del lavoro perde risorse molto valide. Le persone che abbiamo incontrato ogni giorno hanno capacità, motivazione, voglia di mettersi in gioco, desiderio di riscatto. Tutte qualità di cui come paese e come società sentiamo un gran bisogno.
Cosa fa il programma Work Is Progress?
Anche se obiettivo ultimo del programma è quello di aiutare le persone a trovare un’occupazione, il nostro lavoro parte molto prima, da quelle fragilità personali e familiari che, se non vengono risolte, difficilmente permettono di trovare o mantenere un lavoro.
Con ogni utente, definiamo dopo un primo colloquio di conoscenza quale può essere il percorso da fare, anche grazie al supporto dei professionisti che compongono la nostra equipe (avvocati, psicologi, job counselor, mediatori) ed alle collaborazioni con la rete territoriale, che è fondamentale per agire su tutte le dimensioni di vulnerabilità che possono interessare l’individuo.
Il programma mette a disposizione percorsi di job counselling, di formazione, coaching e supporto nella ricerca di posizioni lavorative adeguate, ma non solo. Per supportare la persona a 360 gradi, il nostro lavoro va ad agire con particolare attenzione sulla sua occupabilità – prima ancora che sull’occupazione – e presta attenzione all’integrazione sociale – prima ancora che sull’integrazione economica.
Gli utenti che si rivolgono a noi fanno percorsi molto diversi tra loro, complessi e non lineari, che possono protrarsi nel tempo a seconda delle esigenze di ognuno. Sappiamo che ci sono tempistiche personali che devono essere rispettate, perché per rimettere insieme i tasselli della propria vita ci vuole tempo, pazienza e perseveranza. Stando al fianco dei nostri utenti abbiamo imparato che il loro percorso verso un lavoro degno assomiglia ad una maratona – non ai cento metri – ma si può e si deve fare.
Scarica il Report annuale del Programma Work Is Progress, “Un anno di ‘lavoro’ insieme”, qui.
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